Finalmente le vacanze! Anche quest’anno ho deciso di viaggiare a settembre: c’è meno gente in giro e non fa ancora freddo. Parto verso la metà del mese e la prima tappa è Reggio Emilia per raccogliere la mia compagna di avventure (anche lei di nome Barbara). Da lì ci spostiamo verso sud direzione Umbria. Partiamo un po’ tardi e così decidiamo di fermarci in autogrill per mangiare un panino.
Ripresa la macchina ci rimettiamo in moto quando verso Firenze ci accorgiamo che l’autostrada propone due possibilità per andare verso sud: diretta o panoramica. Non abbiamo fretta e così decidiamo di prendere la variante panoramica…grave errore. I cartelli all’imbocco parlavano di un’uscita chiusa mentre la verità è che poco più avanti c’è uscita obbligatoria dall’autostrada. Cerchiamo di capire a quale casello poter rientrare ma non abbiamo letto attentamente il nome sui cartelli segnaletici e il navigatore del cellulare ci dà più possibilità. Alla fine decidiamo di rientrare dallo stesso casello da cui siamo uscite, tornare indietro al primo casello disponibile e rientrare nuovamente nella giusta direzione. Iniziamo molto male…. È solo il primo giorno e già facciamo danni! Suggerimento per voi e per me: leggete bene i cartelli autostradali e chiedetevi perché nessuno prende la strada che avete imboccato voi.
Proseguiamo nel nostro viaggio e arriviamo alla prima tappa: Città della Pieve. Mi è stata consigliata da mio fratello e devo dire che ha avuto ragione. La cittadina è molto carina. Non appena arriviamo, troviamo l’ufficio informazioni locale e scopriamo che di lì a pochi minuti si sarebbe svolta una visita guidata sulle orme del Perugino. Non possiamo certo lasciarcela sfuggire e così ci iscriviamo alla visita di cui saremo poi le uniche partecipanti. L’idea iniziale era di non perdere tempo e visitare da sole con la nostra guida cartacea, ma l’ufficio turistico era proprio lì di fronte a noi, la visita proprio lì a pochi minuti dallo svolgimento e ci siamo fatte prendere la mano.

Iniziamo subito questo piccolo “trekking urbano” e cominciamo a passeggiare nella città. Visitiamo la chiesa di Santa Maria dei Bianchi con una bellissima adorazione del Perugino e l’oratorio di Santa Maria dei Servi che nasconde opere pregiate nelle intercapedini tra il muro originale e il nuovo muro costruito in epoca più recente. Finita la passeggiata guidata, continuiamo da sole a gironzolare per la città: visitiamo il Duomo e le vie che compongono il centro storico di Città della Pieve. Ci incuriosisce il nome di una via sulla mappa turistica: Vicolo Bacia Donne. Ovviamente andiamo a curiosare e troviamo questo piccolo vicolo che la popolazione locale definisce “il più stretto d’Italia”. Forse non è il più stretto ma è sicuramente molto angusto e dobbiamo attraversarlo in fila indiana per giungere dall’altra parte.
La nostra visita sembra conclusa e invece io mi ricordo di aver visto un’insegna che pubblicizza lo zafferano di Città della Pieve, così iniziamo a ripercorrere le strade già viste alla ricerca dell’insegna perduta. Finalmente la vedo, ma sembra che il negozio stia per chiudere…oohh che peccato. Ci intrufoliamo appena per chiedere un prezzo e il proprietario si dimostra subito molto gentile e ci invita a curiosare tra gli scaffali. Non ce lo facciamo ripetere due volte e trovo subito qualcosa da comprare! Acquisto delle bustine contenenti pistilli di zafferano e coinvolgo anche la mia omonima che decide di acquistarne anche lei. Oltre allo zafferano vediamo tanti liquori e il proprietario ci invita ad assaggiare il liquore allo zafferano. Niente male! Il primo assaggio di Umbria mi piace molto!
Ripartiamo da Città della Pieve e ci dirigiamo verso Orvieto. Prendiamo un B&B fuori dalla città e poi cerchiamo un posto per cenare. Le strade sono deserte, nessun bar, i pochi ristoranti che riconosciamo dalle insegne sono chiusi. Inizio a preoccuparmi. Cerchiamo sul cellulare e andiamo, andiamo, andiamo… Poi arriviamo in mezzo ad un bosco, in cima ad una collina, nel nulla assoluto e lì lo vediamo! Un ristorante aperto e con alcuni avventori! Parcheggiamo ed entriamo. I clienti sono pochi, ma sempre più dello zero assoluto. Ci prendiamo un antipasto misto e la pasta tipica della zona fatta solo con acqua e farina: gli umbrichelli. La cena è la chiusura perfetta di questa prima giornata umbra. La seconda sarà tutta dedicata a Orvieto.

