Orvieto: la città costruita sul tufo

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Nella mia vacanza in Umbria non poteva mancare Orvieto. Questa città costruita sul tufo lascia senza parole. Con la guida in mano e tanta voglia di camminare si possono vedere tanti anfratti interessanti. Lasciata la macchina in un parcheggio fuori città, saliamo con le scale mobili e iniziamo a girare vicino alle mura. Arriviamo alla bella chiesa romanica di San Giovenale, la più antica della città. Dalla chiesa ci incamminiamo nell’Orvieto medioevale che ci accoglie con i suoi vicoli.

Orvieto - Palazzo del Capitano del Popolo
Orvieto – Palazzo del Capitano del Popolo

Arriviamo alla piazza della Repubblica dove si trovano il comune e la chiesa di sant’Andrea con la sua torre dodecagonale ed i suoi sotterranei. Dalla piazza del comune continuiamo fino alla torre del moro dalla cui cima possiamo vedere un bellissimo panorama sulla città di Orvieto e tutta la zona circostante. La torre si trova al centro della città ed è alta circa 50 metri. Arrivare in cima è davvero molto faticoso per me. Per fortuna ho lasciato il mio zaino alla signora della biglietteria altrimenti sarei arrivata camminando sui gomiti. Tutta la mia fatica viene però alla fine ben ripagata dalla vista che si gode dalla vetta. Inizio a vedere lo splendido Duomo che tra poco andrò a visitare.

Orvieto - Chiesa di Sant'Andrea
Orvieto – Chiesa di Sant’Andrea

Un breve spuntino e poi ecco il maestoso Duomo. Si staglia sulla città di Orvieto con il suo miscuglio di stili gotico e romanico. Rimango senza parole di fronte alla meravigliosa facciata che si trova innanzi a noi. I mosaici dorati raccontano la storia della Vergine Maria (la cattedrale è infatti dedicata a Maria Assunta in cielo) mentre le statue e le colonne intagliate rappresentano scene della bibbia. Potrei rimanere ore ad ammirare tutti questi colori, queste statue e questi mosaici, ma l’interno del Duomo ci aspetta.

Orvieto - Duomo
Orvieto – Duomo

L’interno è meno appariscente della facciata ma non per questo è meno interessante. La cappella di San Brizio, in parte affrescata dal Beato Angelico, è un’esplosione di colori con scene che raffigurano il giudizio universale. Con Barbara rimaniamo ad osservare le pareti e i soffitti e con la guida in mano cerchiamo di capire cosa vogliono raccontare le immagini rappresentate. Continuiamo a visitare l’interno fino ad arrivare alla cappella del Corporale in cui si trova il sacro lino con gocce di sangue uscite da un’ostia durante una messa. Questa parte della visita mi tocca molto. Leggere del miracolo che ha dato origine alla solennità del Corpus Domini e provare ad immaginare lo stupore, la paura e la gioia che ha provato il prete mentre avveniva il miracolo di Bolsena, mi lascia senza fiato e l’emozione è così forte che i miei occhi si inumidiscono.

Orvieto - Duomo
Orvieto – Duomo

Usciti dal Duomo, ci dirigiamo in fondo alla piazza per informarci sulla visita di Orvieto sotterranea. Io non sono molto convinta perché soffro un po’ di claustrofobia ma le signore alla biglietteria mi rassicurano spiegandomi che la visita è suddivisa in due parti: la prima parte è svolta in un ambiente sotterraneo ma piuttosto ampio, la seconda è un po’ più claustrofobica. Decido di acquistare il biglietto e iniziamo a seguire la guida che ci porta nelle grotte scavate nel tufo sotto la città. Il percorso permette di vedere grandi cavità in cui è possibile trovare i resti di un antico frantoio medioevale e ampi spazi in cui venivano raccolti cibo e acqua, nonché le colombaie in cui si allevavano i colombi.

Orvieto sotterranea
Orvieto sotterranea

La mia paura è rimasta sotto controllo e non mi sono sentita soffocare ma preferisco non continuare fino alla zona in cui sono concentrate la maggior parte delle colombaie e mentre aspetto la mia amica Barbara che ha continuato il giro mi godo la vista della zona circostante in un’accaldata giornata di fine settembre.

Giriamo ancora per Orvieto e arriviamo fino al Pozzo di San Patrizio costruito nel tufo e destinato alla raccolta dell’acqua. Il pozzo ha un sistema elicoidale al suo interno che permette di salire e scendere senza mai incontrarsi con chi arriva nel senso opposto. Vicino al pozzo si trovano la fortezza Albornoz ormai adibita a giardino pubblico e il tempio del Belvedere con i resti di un tempio etrusco.

Sta arrivando l’imbrunire e l’ora della cena, così ci dirigiamo verso il ristorante prenotato vicino al comune. Prima di arrivarci ci fermiamo nuovamente di fronte al Duomo. Il sole che sta ora tramontando riesce ad illuminare i mosaici facendo risaltare l’oro che li caratterizza. I miei occhi vedono colori che né la macchina fotografica né il cellulare riescono a percepire.

Un ultimo sguardo a questo capolavoro e poi via verso un altro capolavoro questa volta culinario: la carbonara. Il piatto tradizionale qui è stato rivisitato parzialmente aggiungendo il tartufo a scaglie. Io che non sono amante del tartufo, rimango comunque contenta del risultato: il fungo è molto delicato e non copre gli altri sapori. Dopo il primo abbiamo deciso di prendere anche un secondo particolare che mi ricorda la mia infanzia: piccione arrosto. Ricordo quando mio nonno allevava i piccioni e mia nonna li cucinava: è passato tanto tempo. Il piccione in questo caso è cucinato arrosto e poi ripassato in pentola. Ha un gusto particolare che abbiamo apprezzato. Cibo umbro promosso ancora!

Carbonara
Carbonara